Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe dell’armata Rossa liberarono gli ultimi sopravvissuti del campo di concentramento di Auschwitz.
L’olocausto.
Dal 2005 le nazioni unite hanno istituito la giornata della memoria, indicando proprio il 27 gennaio come giorno in ricordo delle vittime della Shoah. La scoperta di Auschwitz e la liberazione degli ultimi prigionieri rivelarono, per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista. Le prime testimonianze dei prigionieri liberati sembrarono addirittura surreali se non impossibili da essere vere proprio per gli atti disumani che venivano raccontati, ma le successive foto e video, che accompagnarono i racconti, resero il tutto reale è tramutarono ciò che era stato definito “impossibile” nella rappresentazione terrena di un Inferno diabolico, reso possibile oltre che da un sistema tecnico, organizzativo e militare anche da un sistema sociale collettivo che determinò lo sterminò di oltre 15.000.000 di esseri umani.
La fotografia fu uno strumento fondamentale per la documentazione di ciò che stava avvenendo, tanto che alcuni fotografi, nel inviare le immagini ai giornali occidentali, accompagnavano le immagino con lettere in cui chiedevano di credere alle fotografie che inviavano tanto erano inconcepibili.
Margaret Bourke-White
Una fotografa in particolare fu Margaret Bourke-White, fotografa statunitense di grande carattere, una delle primissime donne che si dedicò alla fotografia di guerra, e che insieme alla armata Russa ed alla sua macchina fotografica, entrò nel campo di concentramento di Buchenwald e testimoniò il terribile e disumano dramma.
27 Gennaio
per non dimenticare
per non ripetere.
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