Lago di Alleghe – la voce e le luci e la storia

La Voce Del Ghiaccio

Il Lago di Alleghe Ciò che una foto non potrà mai rappresentare è la voce di un lago ghiacciato.Di giorno non ci avevo fatto molto caso, forse a causa della presenza della civiltà lo ha nascosto alle mie orecchie, o forse per le temperature miti del pomeriggio, ma ora, a -8, lo sento intensamente. Una Voce metafisica. La voce proviene da varie direzioni e si sente esattamente da dove arriva e dove prosegue, è un misto di voce metallica ed animale, a volte sembra una balena e a volte un cavo metallico tirato oltre misura e picchiato in vari punti e che restituisce frequenze diverse, a volte si sente un colpo secco provenire da sotto i piedi e proseguire dentro di me e a volte sembra nascere lontanissimo e avvolgermi come una coperta di vento e freddo. Ora è meno -8, e il ghiaccio è presente in quasi tutto il lago, le temperature delle notti precedenti erano -16/-12.Oggi ho trovato la possibilità di “entrare” all’interno del lago e di potermi avvicinare alle zone in cui il ghiaccio è più spesso, ma soprattutto nelle zone più lucide e non coperte di neve, e vedere il fondo limaccioso del lago mi fa una certa impressione, ma quello che mi impressiona maggiormente è il suo suono, la Voce del ghiaccio.

Le luci degli Chalet

Le luci degli Chalet scivolano sul ghiaccio come biglie d’acciaio su uno specchio, si allungano e strisciano dritte verso di me o verso chiunque le guardi, generose ed infinite. Scivolano tra la durezza di questo pavimento naturale, e lo solcano come lame di pattinatori eleganti e brillanti in questa quasi notte. Ma la luce che più mi fa innamorare di questo eterno istante, è la piccola striscia di luna brillante che si riflette come una cortigiana vanitosa sul suo specchio. È in cerca di ammirazione, di complimenti, di gentilezza e di amore. Chi la vedrà e si soffernerá ad ammirarla, gli avrà donato un po dell’amore che cerca e timidamente si andrà a nascondere dietro le quinte di questo palcoscenico naturale.

La Storia del Lago di Alleghe

Febbraio 2021, questi giorni si commemora il tragico anniversario della formazione del lago di Alleghe, 250° di un giovane lago, nato da una tragica vicenda avvenuta nelle nostre Dolomiti.

Il lago si formò a causa di una frana avvenuta l’11 gennaio nel 1771, e alla fine del febbraio dello stesso anno il lago era completamente formato, per questo è definito un lago di sbarramento.

Nella notte del 11 gennaio 1771 un’importante frana si stacco dal monte Piz, e travolse il villaggio di Riete e le località di Marin e Fusine provocando la morte di 49 persone. La Frana provocò anche lo sbarramento del Cordevole, con la seguente formazione del lago. Alcune delle località circostanti furono risparmiate dalla frana ma il conseguente riempimento dell’invaso formatosi provocarono in breve tempo l’allagamento delle zone a monte della frana. I villaggi di Soracordevole, Sommariva, Costa e Torre furono per sempre sommersi dalle acque del nuovo lago che si stava formando.

Subito la repubblica di Venezia mandò alcuni ingegneri al fine di scongiurare la formazione del lago, i progetti prevedevano lo scavo di un canale che permettesse il defluire delle acqua e il limitare la formazione del lago, ma bene presto si capì che l’impresa era davvero impossibile da realizzare per le tecnologie disponibili in proporzione alla grandezza della frana.

In meno di un mese il lago era formato e alla fine di febbraio le acque tracimarono.

A maggio dello stesso anno un residuo di frana cadde all’interno del lago appena formatosi e provocò un’onda devastante che colpì l’abitato di Alleghe che era stato risparmiato dalla prima frana, la nuova sventura era di notevole portata tanto che provocò la morte di 3 persone, due serve del curato ed un costruttore di barche che era stato mandato dalla Repubblica di Venezia per attivare le comunicazioni tra gli abitati che si affacciavano sul nuovo lago.

il bacino originale era lungo ben 4 km ed arrivava fino all’abitato di Caprile, la sua profondità era di 55 metri.

Grazie ad Antonio Stoppani  e alla sua pubblicazione Il Bel Paese (1876), opera divulgativa sulle scienze naturali, molti dei particolari di questa vicenda arrivarono ampiamente documentati fino ai giorni d’oggi.

11 gennaio 1771
Questo è il resoconto che i deputati del territorio di Alleghe e Calloneghe scrissero al Podestà di Belluno:

“Li 11 dell’andante gennaro alle ore 8 della notte scopiò l’alto monte Piz posto nel regolato di Calloneghe dirimpetto qui ad Alleghe, e precipitò dalla sommità al basso della valle, per dove scorreva il fiume Cordevole […] con tanta moltitudine de sassi, macigni, e rovine, che riempito il canale lungi un miglia, e mezo un alto monte formò di rovine nel mezzo alli due altissimi Monti […] Per verificazione del lacrimevole eccidio servirà la particolarizata significazione di ciò, che è più funesto; la precipitosa rovina del monte spianò, e seppellì tre ville, Riete cioè posta a metà del monte che scopiò, Marin, e Fusine poste al basso della valle […]
Ne qui si pone fine a ciò, che di particolare si può accennare di lugubre. Rinchiuso il corso del fiume Cordevole, viene per conseguenza a formarsi un lago, che di giorno in giorno si va alzando[…]”.

Testo del Podestà di Belluno preoccupato che il disgelo primaverile delle nevi aumentasse la portata del torrente Cordevole provocando un inondazione dei terreni e villaggi a valle:

“E’ pur da temersi, che disciolte le nevi, et i ghiacci presenti per la forza dell’acque penetri, nelle frapposte rovine, e superati gli ostacoli ne derivi una repentina irruzione, la quale evidentemente desolerebbe la numerosa villa di Cencenighe, le campagne di S. Cipriano, Agordo stesso con altri luoghi inferiori di quell’esteso Canale”.

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paolo

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